intervista agli amici Mehmet Ali Ağca e Elena Hilal Ağca

Ciao Ali , ciao Elena , faccio seguito a domenica scorsa ed a quanto ho postato pubblicamente nel merito della nostra ultima interlocuzione, sulla mia bacheca Facebook: credo per l’appunto, sia giunto il momento di iniziare a far conoscere alle Genti , ciò che sono anni che avrei avuto a cuore , prima o poi , di poter fare , ovvero che potessero ‘ascoltare ‘ da Voi, ciò che e’ stato per vissuto di Ali e non solo per il tramite di ‘chi ‘ fin oggi ha scritto e ‘speso ‘ , fiumi e fiumi di parole , narrando fatti e non di meno divulgando ‘informazioni ‘ che sovente mi han fatto ‘sorridere ‘, quale ‘addetto ai lavori ‘ che ben conosce la mistificazione , per usare un garbato eufemismo , tanto per contenuto che per ‘fini ‘ che intuivo . Sapevo che prima o poi , sarebbe arrivato il momento più propizio affinché si potesse ‘porre ordine ‘ al ‘voluto disordine ‘ e giammai, quale serio operatore internazionale di intelligence che ha ‘ calpestato in proprio certe orme ‘ , volente o ‘ dolente ‘ , ma che in cuor suo giuro ‘ fin da ragazzo di ‘servire ‘ la verità , per quanto alla base della ancor più nobile ‘Giustizia ‘, troppo spesso negata ed abusata , se non fin ‘ stuprata ‘ , per motivi di opportunità statuale e non ..mai mi sarei perso l’occasione ed in cuor mio ‘sentivo ‘ che il tempo (l’unico vero elemento galantuomo verso chi se lo merita ) me ne avrebbe dato l’opportunità , non fosse altro che sono anche Padre e nonno e che così facendo possa contribuire a far sì che almeno i miei affetti più cari possano CONOSCERE profondamente fatti e circostanze che appartengono alla nostra storia contemporanea e ‘non ancora per certi versi e per volontà di pochi ‘ conosciuti dai più che invece hanno IL DIRITTO di conoscere , così come di ESSERE informati . Sono felice che Ali e Tu abbiate preso il coraggio a quattro mani e non di meno abbiate deciso di pubblicare ‘un libro ‘ che per contenuti non potrà rimanere lettera morta , non fosse altro che i contenuti di ‘certe pagine ‘ per mio vissuto personale già li conosca e li reputi di importanza più che attuale ! . Adoprarsi per quanto , per un cultore del Diritto e dei Diritti come attesti me e la mia professione e’ altresì una ‘missione ‘ profusa nell’interesse dello Stato di Diritto , adverso l’operato dei ‘nemici della verità ‘ e per tanto della Giustizia . All’uopo , giusto per ‘stuzzicare ‘ l’attenzione dei più , Vi pongo delle domande che sovente , allorché mi sia trovato a discorre di Ali Agca in più sedi , istituzionali e private e di quanto solo in parte già noto ai mie interlocutori , non ultimo il Generale Piero Laporta , mi abbiano Questi domandato , ovvero Vi pongo dei ‘quesiti ‘ non i soliti scontati , ma che altresì per contenuto (che in parte già conosco nelle Vostre che di certo seguiranno ) delle Vostre risposte , son certo che daranno l’idea di quanto ancor piu’ importante sarà leggere il libro di prossima pubblicazione e che ‘farà riflettere ‘ e non solo .. . Eccoci : ‘ Ali come commenti le due perizie antropomorfe computerizzate che hanno certificato la presenza di Sergei Antonov accanto a Te , mentre sparavi al papà?
2) Oral Celik ha sparato anche lui al papa?
Chi lo ha ucciso?
3) Può dirci perché andasti in Sicilia prima di sparare al papa?
4) Dove vivi oggi?
5) Può rivelare che cosa disse al papa quando venne a visitarti ?. Elena cosa puoi anticipami del libro e dell’attività che hai profuso al fianco di Ali e nell’interesse di ‘porre ordine ‘ in ciò che per tanti è stato come
da me definito ‘l’affare Agca’ ? In attesa di presto abbracciarvi , vi saluto unitamente a Sonia . Riccardo

1) Ciao Riccardo, quell’uomo fotografato poco lontano da me il 13 maggio a Piazza San Pietro non era assolutamente Antonov. In realtà era un turista americano di origine ungherere e lo abbiamo detto anche durante il processo. La Commissione Mitrokhin ha poi voluto riprendere quella vecchia menzogna per cercare di salvare la faccia di una certa Italia che per ordine del Vaticano e della CIA aveva voluto incolpare il blocco sovietico per l’attentato al Papa. Io non avevo mai conosciuto Antonov prima dell’attentato, vidi per la prima volta la sua faccia in una fotografia che mi mostrò il giudice Martella.

2 Oral Çelik non era a Piazza San Pietro, ma a Vienna insieme ad Abdullah Çatlı e ad altri turchi. Çatlı venne a testimoniare al processo nel settembre 1985. Oral Çelik è alto 1.60, invece l’uomo che fugge in Piazza San Pietro fotografato da Lowel Newton è alto almeno 1.75. Probabilmente quello era un poliziotto in borghese. Oral Çelik è vivo e sta abbastanza bene. Çatlı purtroppo è morto diversi anni fa in un incidente stradale.

3 Prima dell’attentato sono stato in diversi Paesi. Bulgaria, Jugoslavia, Francia, Austria,Spagna, Svizzera e Tunisia. Sono anche stato in diverse città italiane, Roma, Milano, Como,Genova,Perugia, Napoli e Palermo. Ero ricercato e per me non era prudente stare molto tempo nello stesso posto, soprattutto se c’erano dei cittadini turchi che potevano riconoscermi. Così mi spostavo continuamente. Nel dicembre 1980, andai in Tunisia per 15 giorni, per tornare in Italia, decisi di prendere una nave invece dell’aereo. Gli aeroporti erano molto sorvegliati anche allora, infatti io mi spostavo quasi sempre in treno. La nave da Tunisi arrivò al porto di Palermo e io scesi lì. Rimasi una sola giornata, affittai una camera, riposai per qualche ora, poi andai a Napoli, dove rimasi tre giorni. Alcuni hanno fatto ipotesi fantasiose su Palermo, ma io in quella città non incontrai proprio nessuno!

4)Vivo a Istanbul con mia moglie, alcuni gatti e un cagnolino.

5) Gli parlai di una visione religiosa che avevo avuto in sogno e lui ne rimase abbastanza colpito. Gli dissi che mi dispiaceva di averlo fatto soffrire e lui mi rispose che mi aveva perdonato. Il Papa santo sapeva bene che l’attentato era stato un fatto miracoloso che doveva succedere.

Ali Ağca

Ciao Riccardo,sono Elena, vorrei aggiungere qualcosa. Per scrivere il mio libro sull’attentato al Papa e il sequestro Gregori-Orlandi, non ho attinto solo alla testimonianza di mio marito Ali,ho avuto infatti modo di incontrare altri cittadini turchi, in particolare Yalcın Özbey, indebitamente coinvolti nel fattaccio di piazza San Pietro.Özbey mi ha raccontato una storia terribile.Lui fu l’unico testimone che al processo confermò quasi per intero le false accuse di Ağca contro i Bulgari e lo fece perché si trovava sotto ricatto! Un ricatto costruito da alcuni giudici tedeschi e un commissario della polizia giudiziaria, certo Steiner, in combutta con Martella e alcuni agenti del Sisde! Ho anche conversato a lungo con mio cognato Adnan Ağca che venne in Italia diverse volte per fare visita ad Ali in carcere e che incontrò il Papa e il cardinale Stanislav Dziwiz. Qualcosa di anomalo successe anche a lui in VaticaIno. Vorrei inoltre segnalare un fatto che quasi nessuno sembra conoscere: Ali Ağca, durante “il processo del secolo”, parlò spesso del Terzo mistero di Fatima dimostrando di conoscerne i contenuti. Sollecitato dal presidente Severino Santiapichi, Ali disse chiaramente che il Terzo mistero di Fatima era l’attentato al Papa! E che non era solo lui a dirlo, ma il Vaticano. Era il 1985, e il Terzo segreto sarebbe stato rivelato solo nel 2000 a Fatima. Lui come aveva appreso con tanto anticipo un segreto conosciuto solo dal Papa?! Le udienze del processo sono disponibili su Radio Radicale e invito tutti ad ascoltarle perché ci sono tanti elementi estremamente rilevanti che i media italiani non hanno mai riferito. Comunque io ho ascoltato con pazienza tutte le udienze e ho trascritto nel mio libro le parti che considero più importanti!

Elena Rossi

Un caro saluto a Te e Sonia da parte nostra , siete sempre i benvenuti’